Relazioni Umane e Tecnologie Dispositive

L‘opera prima con cui il gruppo Accademia di Higorà si propone è “Relazioni Umane e Tecnologie Dispositive“: un testo estremamente fecondo ed attento alle strutture psichiche, emotive e di pensiero che coinvolgono gli esseri umani nelle loro relazioni attraverso, soprattutto, le tecnologie dispositive. Il libro rappresenta il momento fondativo del gruppo Accademia, e già ne sintetizza e racconta parecchie anime, modalità, immaginazioni, tematiche e volontà.
Fenomeni economici, trasformazioni dei linguaggi, mutazioni rapidissime di funzioni e funzionamenti dei dispositivi tecnologici e degli esseri umani che si trovano a doverli usare: questo accade. La curva di crescita tecnologica mostra la sua ripidità ed il pensiero retrostante: incidendo nelle quotidianità, determina processi così veloci che stentano a diventare culturali. In che modo tutto ciò influenza le relazioni umane?

La domanda che fa da guida è esattamente questa. Quello che tutti percepiamo e viviamo quotidianamente è la velocità di cambiamenti costanti, il crollo delle vecchie narrazioni e strutture, la perdita diffusa di autorevolezza delle autorità, ed una generale mutazione dei funzionamenti individuali e comunitari. Il 2020 funziona in maniera estremamente diversa dal 2010, molto diversa dal 1995, in maniera quasi imparagonabile dal 1970. Perché? Quali sono questi cambiamenti? Soprattutto, in che misura questi cambiamenti radicali sono di tipo culturale, sociale, comunitario, in quali altri sono induttivi, dispositivi, manipolativi, e quanti sono determinati, dettati, da determinazioni esercitate attraverso le macchine e le piattaforme digitali?
Il testo è un’opera corale, multidisciplinare, che si fa forza dell’esplorazione dell’accadente da diversi vertici osservativi con l’intento esplicito di individuare domande che stimolino pensiero e raffronto. Esperti di varie discipline si interrogano sull’essere umano, sulle comunità, sui sistemi comunicativi, gli universi digitali, i nuovi impianti economici e le tecnologie dispositive.

Da quando si sono sviluppate le tecnologie digitali è nato un dibattito sulla bontà di tali nuovi strumenti, il loro uso diffuso, l’ingresso dell’elettronica nella quotidianità e le ridefinizioni delle relazioni umane attraverso i contatti informatici digitali.

Un computer degli anni ’80 – per caratteristiche, velocità, disponibilità, funzioni, fruibilità e obsolescenza – è imparagonabile ad un computer degli anni 2000, e men che mai alla varietà ed ampiezza di dispositivi esistenti. […] Oggi, le supervelocità, il diffuso uso di intelligenze artificiali, una presente e crescente introduzione nella quotidianità familiare della robotica, l’istituzionalizzazione di relazioni umane digitalizzate, i cloud e l’accentramento del controllo dei sistemi hi-tech nelle mani di pochissimi “attori sovranazionali” che ne dispongono e determinano l’accessibilità, necessitano di nuove parole che ne identifichino le caratteristiche. Da ora in poi chiamerò questo contesto con l’attribuzione di “tecnologia dispositiva”.

 

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