Wood Wide Web – il social network delle piante
la vita è connessa, si cerca e sta in contatto. La rete naturale che collega i vivi, compresi gli esseri umani che ne sono consapevolmente o inconsapevolmente partecipi, esiste anche sotto i nostri piedi e somiglia in maniera pazzesca ad una rete del tipo “internet”. Anche le piante si scambiano informazioni in rete, utilizzano un sistema ramificato per comunicare. Tale rete è presente nel suolo e vive in simbiosi con le radici trasferendo informazioni, acqua e nutrienti alle piante. Gli alberi sono organismi complessi, dotati di intelligenza, capaci di comunicare tra loro anche a grandi distanze. Lo fanno attraverso una sterminata rete di connessioni: un intricato network di funghi e microrganismi in simbiosi con le radici degli alberi. Questa rete di comunicazione determina la capacità di alberi di accedere ai nutrienti limitati presenti nell’atmosfera o nel suolo, di avere un accesso preferenziale alla disponibilità d’anidride carbonica e di resistere agli effetti dell’emergenza climatica.
Una rete micorrizica (conosciuta anche con la dicitura Common Mycorrhizal Network o con l’acronimo CMN) si crea allorché gli apparati radicali di due piante sono “colonizzati” dallo stesso fungo micorrizico e quest’ultimo costituisce il “canale di comunicazione” tra i due individui vegetali permettendo il transito di acqua, carbonio, azoto, nutrienti e mediatori chimici. L’interazione tra gli apparati radicali e i miceli fungini di una quantità ampia di piante costituisce una rete ecologica sotterranea, che è stata battezza dalla rivista Nature e da moltissimi biologi “Wood Wide Web“. Con questo nome è oggi chiamata comunemente nella comunità scientifica botanica.
Alcuni tipi di funghi, sono in grado di sviluppare nel sottosuolo una rete di 100 km di collegamenti nello spazio che un uomo compie in un solo passo. È stata la ricercatrice canadese Suzanne Simard – biologa e professore di ecologia forestale all’Università della British Columbia – la prima ad ipotizzare, nel 1997, l’esistenza di questa rete per il trasferimento del carbonio tramite le micorrize tra alberi in condizioni naturali.
L’esistenza di un network vivente di connessioni tra gli alberi nelle foreste è già nota ed è da tempo al centro delle ricerche scientifiche. La conoscenza di un network comunicativo vegetale è stata utilizzata nel noto film Avatar di James Cameroon, ambientato sul pianeta immaginario Pandora. Cameron per crearla non si è limitato alla fantasia, invece, ha richiesto le conoscenze scientifiche e la capacità immaginativa dei consulenti botanici dell’Università della California. Anche nel film, le piante sono collegate tra di loro, gli alberi formano una network che comunica e scambia informazioni, dando vita ad una “intelligenza plurale condivisa” che controlla l’equilibrio tra gli organismi.
Il Wood Wide Web ha una concreta influenza sulla sopravvivenza delle piante in un ecosistema. È stato dimostrato come l’esistenza di queste connessioni favorisca la crescita e lo sviluppo delle piante stesse. Avviene ottimizzando la nutrizione minerale, attraverso il miglior trasferimento di risorse come carbonio, azoto e fosforo tra i partner; ed avviene migliorando la tolleranza o resistenza delle piante nei confronti di stress sia biotici come, ad esempio, l’impatto di patogeni fungini, batterici o nematodi, che e/o abiotici come, ad esempio, stress salino, idrico, da metalli pesanti. Questa capacità di tenere delle relazioni complesse di scambi di informazioni tra diversi individui vegetali svolge un ruolo rilevante nei meccanismi di costituzione delle comunità di piante.
Scambi di carbonio, azoto e zuccheri a grandi distanze. Intense comunicazioni scambiate tramite infrastrutture complesse resilienti. Avvisi in caso di attacchi nemici trasmessi per via chimica e attivazione remota delle difese. Cure parentali e riconoscimento della propria prole. Raccolta e trasmissione di informazioni di ogni tipo e loro trasmissione alle generazioni future. Reti neurovegetali complesse. (Agenzia Italia www.agi.it)
La comunicazione vegetale avviene tramite segnali che le piante si scambiano principalmente tra le radici, le cui terminazioni sembrano essere lo strumento capace non solo di direzionarle verso i nutrienti, di allontanarsi dal pericolo o aggirare gli ostacoli, di collaborare con altre forme di vita, come altre piante, microorganismi, i microbi del terreno ma anche insetti.
Quando camminiamo in una foresta ci appaiono gli alberi, ma in verità stiamo guardando solo la punta dell’iceberg. Sotto i nostri piedi si stende l’incredibile rete dei funghi (micorrize), anche 100 Km concentrati nello spazio di un passo, che unisce tra loro gli alberi e costituisce anche una incredibile infrastruttura tecnica di comunicazione e trasferimento delle risorse naturali tra le diverse piante. (Suzanne Simard)
Suzanne Simard, e decine di ricercatori dopo di lei, hanno dimostrato l’incredibile somiglianza tra il funzionamento della rete Internet e di quella del “micelio” sotterraneo. L’esistenza di nodi e hub capaci di riconoscere i propri figli genetici, nutrirli a grande distanza usando le ife dei funghi come se fossero degli acquedotti. Trasferire acqua o sostanze nutrienti ai propri piccoli e perfino di ritrarre le proprie radici per fare spazio a quelle dei giovani e prima di morire trasmettere la loro saggezza ai giovani alberi, informazioni chimiche su come affrontare al meglio il clima e l’ambiente locale.
Thomas Crowther ha iniziato a raccogliere i dati relativi alle foreste di tutto il mondo da agenzie governative e da singoli scienziati a partire dal 2012, per giungere nel 2015 a mappare la distribuzione degli alberi sulla Terra che, secondo i suoi calcoli, sarebbero tre trilioni. Ispirato dai suoi studi, il biologo di Stanford Kabir Peay l’ha contattato per proporgli di fare lo stesso con la rete sotterranea di connessioni tra gli alberi, per crearne la prima mappa globale. I due scienziati hanno quindi costituito un team di ricercatori che, tra il Crowther Lab – il laboratorio fondato da Crowther all’ETH di Zurigo – in Svizzera e l’Università di Stanford negli Stati Uniti, hanno portato alla pubblicazione nel maggio 2019 della mappatura che ha mostrato per la prima volta l’ampia rete di radici, batteri e funghi che da 500 milioni di anni aiuta gli alberi a connettersi tra loro. (thevision.com)
Gli studi dei Kathryn e Jonathan Morris della Xavier University nell’Ohio hanno dimostrato che le piante si scambiano composti chimici tra loro “per avvertirsi reciprocamente di potenziali minacce e possono anche limitare la crescita di altre piante”. Yuri Shtessel e Alexander Volkov dell’Università dell’Alabama hanno svolto esperimenti sulle piante di pomodoro e cactus confermando le relazioni esistenti tra una pianta e l’altra attraverso lo scambio di segnali elettrici trasmessi attraverso una rete di funghi. “Penso che sia assolutamente possibile che i segnali possano propagarsi attraverso la rete di radici e diffondersi nel terreno o nel terreno comune da una pianta di pomodoro a, diciamo, una quercia. Il suolo ha il ruolo di direttore d’orchestra.” (Shtessel).
FMG