Robert James Sawyer
Vedi, quando sei dichiarato legalmente pazzo, la questione si sposta drammaticamente su un altro livello. Non sei più innocente finché lo Stato non prova la tua colpevolezza. Piuttosto, una volta che sei internato, sei pazzo fino a quando tu non puoi provare di non esserlo.
Robert J. Sawyer, Processo alieno
Per ideare scenari complessi, con approcci validi e credibili su tecnologiche presenti e prossime venture, coinvolgere psicologia, filosofia, sociologia e varie discipline tecniche-scientifiche, per di più in storie che si sviluppano su diversi piani narrativi, bisogna essere scrittori estremamente bravi. Robert James Sawyer è uno degli scrittori di fantascienza che preferisco, di quelli che leggo con maggior piacere ed interesse, ed uno dei migliori scrittori dell’ultima generazione.
Il suo interesse mira ad una forte caratterizzazione dei personaggi, studiandone la psicologia ed i comportamenti. Le opere di Sawyer toccano varie tematiche di grande interesse, mettendo in campo idee e creatività. Parla di linguaggio, logica, personalità, identità, vita, intelligenza artificiale, investigazione, transumanesimo e critica al transumanesimo, filosofia.
Robert J. Sawyer è canadese, è nato ad Ottawa ma è cresciuto a Toronto. Vive a Mississauga, in Ontario, a 15 minuti dall’aeroporto che utilizza spesso per partecipare ad eventi letterari quanto più spesso possibile, soprattutto convetion di sci-fi. Ha studiato presso la Ryerson University laureandosi nel 1982.
Come scrittore ha vinto numerosi premi, tra questi vale la pena ricordare particolarmente il premio Nebula del 1995 per il suo romanzo Killer on-line ed il premio Hugo del 2003 per il romanzo La genesi della specie, il primo della trilogia dei Neanderthal, oltre ad aver ricevuto ben altre otto candidature al premio Hugo. Nel suo modo di scrivere, Sawyer fa ricorso ad una prosa semplice e chiara, senza troppe complesse speculazioni linguistiche, puntando più sulla forza delle idee che su prolisse descrizioni. In questo aspetto ricorda parecchio Isaac Asimov, con il quale condivide la scrittura essenziale e la coerenza del costrutto narrativo, oltre un certo rigore scientifico. Entrambi sono bravi nel rendere scientificamente plausibili le loro storie, ma Sawyer è abile anche nel saper presentare personaggi psicologicamente interessanti e ricchi di umanità.
Sawyer scrive usando spesso dei riferimenti espliciti a talune delle sue passioni fantascientifiche, richiamando sia Star Trek – storica serie tv che anche io trovo adorabile – sia Il pianeta delle scimmie – altro diamante prezioso della fantascienza. Le trame dei suoi romanzi danno spesso spazio a critica sociale nei confronti di razzismo, sessismo, fanatismo religioso e pregiudizi in genere. Nei dialoghi è frequente l’ironia, specialmente nei confronti dei pregiudizi. La capacità di contaminare i generi letterari, regala al lettore romanzi di indubbio fascino.
L’opera dello scrittore canadese racconta in tante occasioni le relazioni non sempre semplici o compatibili tra scienza e religione, tenendo il razionalismo in una posizione preminente rispetto al fideismo. Altro tema ricorrente in numerosi libri è la paleontologia. La paleontologia è un’altra delle passioni di Sawyer. Così, spesso, ambientazioni e narrazioni richiamano tempi antichissimi, dinosauri, e cambi epocali in ere lontane o future.
Più di una volta si occupa di immaginare storie in cui la coscienza umana può essere duplicata o caricata su computer, particolarmente nel romanzo Mindscan, ma anche in Apocalisse su Argo, Killer on-line, ed anche nel romanzo breve Furto di identità ambientato in un pianeta Marte colonizzato, in un futuro in cui è possibile il trasferimento mentale. Queste tematiche ed alcuni modi di affrontarle mi richiamano alla mente un altro grande della letteratura fantastica, Philip K. Dick, scrittore di culto, papà di Blade Runner, importante autore postmoderno, precursore della corrente artistico-letteraria dell’avantpop.
L’interesse di Sawyer per la fisica quantistica, in particolare per il calcolo quantistico, è al centro dei racconti Vedi, ma non osservi ed Iterations, e i romanzi I transumani e La genesi della specie. La ricerca di vite ed intelligenza aliena attraversa vari romanzi. Anche il SETI – il progetto per la ricerca dell’intelligenza extraterrestre – ha un ruolo nelle trame di Apocalisse su Argo, I transumani, Mindscan, Rollback, il romanzo breve Ineluctable e i racconti Vedi, ma non osservi e Flashes. Non a caso, infatti, Sawyer nutre un grande interesse anche per la cosmologia, il funzionamento delle stelle e dell’universo nel suo insieme. Questo interesse si manifesta in maniera chiara nel romanzo Starplex. Per varie ragioni narrative, molti romanzi sono ambientati all’interno di istituzioni scientifiche reali. Tra queste il TRIUMF in Fine di un’era, il CERN in Avanti nel tempo, il Royal Ontario Museum ne L’equazione di Dio e il Sudbury Neutrino Observatory ne La genesi della specie e i suoi seguiti.
I romanzi di Sawyer tengono insieme, con ottimi risultati, più generi letterari, intessendo trame sofisticate ed avvincenti. Ad esempio il racconto del 1993 Proprio come ai vecchi tempi ha vinto sia il massimo premio canadese per la fantascienza (il premio Aurora) sia il massimo premio per i gialli (il premio Arthur Ellis). Tantissimi romanzi toccano in maniera eccellente l’ambito legale, etica, l’indagine, e la speculazione logica deduttiva. Non sorprende che Sawyer sia stato consulente del dipartimento federale di giustizia del Canada sulla forma da dare alle future leggi sulla genetica.
Un’altra caratteristica ricorrente nei libri di Sawyer sono i personaggi che presentano malattie terminali: Pierre Tardivel in Mutazione pericolosa soffre della corea di Huntington, Thomas Jericho ne L’equazione di Dio ha un tumore ai polmoni e Jacob Sullivan in Mindscan ha una malformazione artero-venosa al cervello.
Dal romanzo Avanti nel tempo è stata tratta una serie tv, che non ha la stessa qualità dell’opera letteraria, ma che ha concesso all’autore notorietà presso un pubblico internazionale più ampio e variegato. Si tratta di un ulteriore ambito narrativo che esplora l’animo umano con una chiave di lettura inconsueta e molto interessante: la conoscenza del proprio futuro.
Un autore di romanzi d’amore deve continuare a raccontare le medesime storie ogni volta – afferma Robert J. Sawyer – un autore di gialli scrive sempre del solito detective. La fantascienza tratta tutto. Tutto lo spazio, tutto il tempo, tutte le forme di vita; per uno che voglia raccontare storie è certamente la forma letteraria che in assoluto pone meno limiti. Ho avuto modo di scrivere avventure di pura fantascienza (Far-Seer), avventure romantiche (Rollback), gialli fantascientifici (Red Planet Blues), fantascienza filosofica (Quantum Night), fantascienza thriller (Psico-attentato), non è possibile avere la stessa libertà d’azione se scrivi “mainstream”.
Theodore Sturgeon – autore di fantascienza statunitense – afferma che il 90% della produzione di science-fiction sono “stronzate”. Non mi piace l’attuale proliferazione della fantascienza militare e non amo la “space opera”. – dice Sawyer – Secondo me la fantascienza dovrebbe raccontare storie sociali, o meditazioni filosofiche, non limitarsi a escapismo e avventure… né a stupide fantasie con alieni che saltano in aria. Per cui, è proprio così: al momento il 90% della fantascienza racconta solo delle stronzate.
Noi scrittori di fantascienza dobbiamo mettere in evidenza la maggior quantità possibile di futuri. Sarà il pubblico a scegliere quello che preferisce. Infatti ho scritto su un certo soggetto, la nascita dell’intelligenza artificiale al di là delle capacità umane, sia presentandolo come qualcosa di straordinario – nella Trilogia WWW – ma anche come un disastro capace di distruggere l’umanità – nel romanzo I transumani. È chiaro che io spero possa vincere il futuro migliore, in genere sono molto ottimista sempre, e vorrei vedere vincere l’ipotesi di un’Intelligenza Artificiale mentalmente superiore, mantenendo intatta la libertà, la dignità e l’individualità delle persone.
La mia missione nella scrittura è quella di combinare l’interiorità umana con la grandezza cosmica. Se vogliamo dirlo in altro modo, io credo che la fantascienza dovrebbe essere frattale: non importa da quale livello tu la osservi – una persona, una coppia, una famiglia, una comunità, una città, una nazione, un mondo, un sistema solare, una galassia, un universo, il multiverso – dovrebbe comunque essere interessante.
Gli autori che mi hanno maggiormente influenzato? In primo luogo, Arthur C. Clarke. Mi ha insegnato che è possibile scrivere su ciò che a prima vista sembrano questioni metafisiche, e allo stesso tempo riuscire a mantenere una struttura razionale del pensiero. Dopo di lui, HG Wells, che ha dimostrato che la fantascienza può essere usata metaforicamente per un commento sociale e di satira. Inoltre, Frederik Pohl. Per quanto riguarda la TV, non c’è dubbio che l’originale Star Trek ha avuto una grande influenza su di me: ho amato il suo ottimismo e il suo commento sociale. 2001: Odissea nello Spazio è il mio film di fantascienza preferito, ma amo anche i cinque film originali della saga Planet of the Apes ancora una volta, per il loro impegno sociale.
In molti miei libri tratto del concetto di “umano”, i suoi significati, le sue trasformazioni e ridefinizioni. Tutto è cominciato quando ero bambino. Ero affascinato dalla paleoantropologia, per il fatto che, fino a poco tempo fa, fossero soliti esservi più tipi di esseri intelligenti conviventi fianco a fianco su questo pianeta. Mi chiedevo come erano fatti, e del come potrebbe esserci qualcosa di diverso da noi e lo stesso ed essere ancora considerato “umano”. E, naturalmente, sono cresciuto con la lotta per i diritti civili negli Stati Uniti come sfondo alla mia infanzia. Mi sembrava chiaro che le questioni della personalità, di chi possa essere titolare di diritti, fossero tra le più importanti da esplorare. Mi interessa la religione. Io sono realmente un ateo, però conosco un sacco di persone brillanti, intelligenti, attente e curiose che non lo sono, ma credono in qualcosa che io non conosco . E io di questo ne sono curioso e rispettoso al tempo stesso, voglio esplorare ciò che porta persone diverse a guardare alla stessa scienza, agli stessi fatti, e poi a giungere a conclusioni radicalmente diverse.
FMG